LE
CERAMICHE SAN GIORGIO: 50 ANNI TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE.
La
storia delle Ceramiche San Giorgio sembra essere il copione di un film o
meglio la realizzazione del sogno di un ragazzo, Giovanni Poggi, che fin
dall’adolescenza voleva fare ceramica e aprire una importante fornace.
I presupposti ci sono tutti: Albisola è la capitale della ceramica e
vanta una secolare tradizione artigianale, l’argilla è facilmente
reperibile nelle località limitrofe, il clima ventilato si presta
perfettamente per fare asciugare i manufatti che, in passato, venivano
esposti "en plein air". Alla determinazione del maestro vasaio
Poggi, ben presto si aggiunge la fantasia e l’estro dello scultore
Eliseo Salino e la volontà di Mario Pastorino (quest’ultimo
perseguirà poi altri obiettivi). La triade è fatta. La manifattura San
Giorgio, così chiamata perché inaugurata proprio il giorno dedicato al
Santo, apre nel mese di aprile 1958. Sono anni di grandi cambiamenti e
di rilevanti novità sperimentali.
"La
piccola Atene in riva al mare" come è stata affettuosamente
definita dalla scrittrice-ceramista Milena Milani, vive un periodo ricco
e vivace e diventa la protagonista assoluta nel mondo dell’arte. Nella
fornace di Poggi approdano numerosi artisti di fama internazionale da
Lucio Fontana, a Farfa (Vittorio Osvaldo Tommasini), Pinot Gallizio,
Milena Milani, Aligi Sassu, Sandro Cherchi, Gianni Dova,
Giannetto Fieschi, Emilio Scanavino, Gigi Caldanzano,
Mario Rossello, Emilio Tadini. Soprattutto vanno ricordati, per l’importanza
del sodalizio che si viene a creare all’interno della
manifattura, il danese Asger Jorn che, nel 1959, realizzerà, con
l’aiuto di tutti i collaboratori della fabbrica, un grande pannello ad
altorilievo per lo Staadtgymnasium di Aahrus e il cubano Wifredo Lam,
portatore delle correnti surrealiste attraverso il suo incontaminato
universo figurativo. L’artista instaurerà con Poggi un vero rapporto
di amicizia, rifiutandosi addirittura di lavorare in sua assenza.
Tra coloro che hanno apportato
un significativo contributo alla vicenda artistica albisolese ben emerge
anche lo scultore Agenore Fabbri che, alla San Giorgio, troverà l’ambiente
ideale per realizzare le sue opere. Si tratta di figure tagliate,
lacerate e straziate in cui ben si avverte la sofferenza e il disagio
dell’umanità di fronte ai tragici avvenimenti bellici.
Oggi nell’atelier si può
respirare un’aria stimolante che ha le sue radici nel passato, nella
tradizione e nella continuità. Artisti che hanno già da tempo
frequentato la fabbrica ritornano anche a distanza di molti anni. Ne
costituisce un esempio particolarmente significativo il belga Serge
Vandercam, che dopo un lungo periodo di assenza, frequenta assiduamente
la fornace di Poggi per lavorare la creta. Tra gli artisti che
ultimamente lavorano nel laboratorio citiamo: Giancarlo Bargoni,
Pietro Bulloni, Luciano Fiannacca, Enzo L’Acqua, Giorgio Laveri, Marco Lodola,
Vincenzo Marsiglia, Ugo Nespolo e Luiso Sturla.
Parlare della San Giorgio
significa anche mettere in rilievo le famose sfere natalizie che sono
diventate una icona della manifattura e costituiscono una originale idea
regalo. Ideate da Poggi nel 1991, in seguito brevettate, le palline sono
realizzate al tornio da Matteo
Poggi, pazientemente rifinite da Silvana
Priametto e abilmente decorate da Luisa
Delfino. Secondo una recente
tradizione i manufatti, grazie a una brillante iniziativa di Poggi,
vengono donati a personaggi famosi e di cultura; lo scorso 2001
sono
stati notevolmente apprezzati dalla Regina Madre d’Inghilterra, nel
mese di settembre 2002 sono stati omaggio gradito da Sua Santità
Giovanni Paolo II. "Ĕ stato un momento indelebile,
emozionante, unico, il coronamento di un sogno. Davanti al Pontefice ho
pronunciato le seguenti parole: "Sua Santità Le dono questa
pallina come simbolo dell’umile lavoro dell’artigiano e come
messaggio di pace nel mondo" ricorda visibilmente commosso Giovanni
Poggi. Nel 2003
abbiamo consegnato circa 25 palline natalizie al Console Canadese a
Milano.
E già si sta pensando al
prossimo personaggio!
Simona Poggi
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