LE STREGHE DI ALBISOLA


1962 - Tullio d'Albisola - Leggende Popolari Liguri - Le Streghe di Albisola

 

LA VECCHIETTA

In Italia, il luogo più celebre è Benevento, le cui vicende sono legate a un antico culto degli alberi.


 

La cerimonia iniziò a mezzanotte. Le streghe intonarono sconosciute melodie; compirono strani sortilegi, innalzarono le loro voci e accompagnarono le invocazioni con gesti violenti. La sorte di molti esseri umani era legata al volere degli spiriti, alle forze occulte del bene e del male. Rituali di questo tipo, frequenti nelle comunità primitive, non sono del tutto sconosciuti al mondo civile. Al contrario, nell'era della scienza, le streghe conservano la loro autorità e attualità. Esistono in tutti i paesi considerati civili pratiche di magia bianca e nera e vi aderiscono persone di ogni ceto sociale. Le streghe di Albisola nacquero tanto tempo fa erano cinque ma solo una era molto potente, la loro magia comunque si limitava a piccoli sortilegi per far innamorare qualcuno o recare qualche piccolo danno.

Nelle notti di luna piena vicino alla Villa Gavotti, la piazzetta delle streghe si animava con danze e riti. Tra fuochi e fumi, le streghe danzavano intorno a cerchi infuocati pronunciando formule magiche e gettando nel fuoco foglie e oggetti strani; tutto questo per aiutare una di loro, che innamorata perdutamente del marchese non riusciva più a vivere senza di lui, il loro potere però non era sufficientemente forte e dopo tanti tentativi dovettero arrendersi e la strega innamorata presa dall'ira scappò rifugiandosi sulla montagna. La sua rabbia fu talmente grande che ne scaturì un terremoto, che spaccò in due la roccia. E fu così che si formò il "Bricco Spaccato".

Il primo trattato che contribuì alla diffusione del concetto cumulativo di stregoneria nel senso di considerarla sia satanismo sia preparazione di malefici fu il Malleus maleficarum, pubblicato per la prima volta nel 1486 ad opera di due inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger.

Il Papa Innocenzo VIII lanciò contro la stregoneria la bolla del 1484 e inviò in missione per tutta la Germania e due autori del Malleus.

Le poesie dedicate alle streghe di Albisola

La Barrantana 

Il maltempo digrigna i denti, la prima ora delle notti insonni e le ore successive. Sino a tardi io sto a contare uno sull'altro i miei sentimenti, sino alla noia sto ad ascoltare eterne favole sempre nuove.

La leggenda della Barrantana coi capelli a biscia e i seni di lana.

Quando fa brutto, in Liguria, è tanto bello che al saccheggio si concedono le navi coi boccaporti spalancati a afrosi e i veicoli vanno in calore, e le donne in burrasca d'amore con le sottane alzate da scirocco...........

La Miodina 

Corre la grida per le contrade O Gigin o Gigiò o belle donne datene un pò dateci legna per il falò.

La Miodina è un fantoccio di stoppa coi capelli rosso carota. E' spilungona magra e zoppa peccatrice ma bonacciona. Nulla di fosco come strega non spaventa neanche i bambini e sbertucciata, in camicia da notte ogni anno viene data alle fiamme sul rogo che fanno i monelli...........

La Vecchietta

Veste la donna e mai s'è saputo se malafemmina o maschio cornuto! Alle ragazze offre il suo fuso ai giovanotti porge la rocca: magici arnesi dello scongiuro, guai all'incauto che non li tocca. La Vecchietta ha le notti contate ma rode l'anima sino all'albore. da sant'Antonio alle Ceneri camuffata tra le maschere.

Sopra, bello lindo e liscio ...tocca il fuso...e disotto lercio e viscio! ......

La Millemusi

Purché il pino dell'allegria piantino a un palmo dal mio buco di tutto e di tutti me ne passo...e avvenga quel che sia!

La Millemusi segue corrente e non canta tre volte da gallo la sua tana è sul bricco-spaccato e di sterpo vile la sua gente.

Felina e sorniona come una gatta ha il mantello di bambagia corre le strade del  mondo randagia e in ogni angolo s'acquatta.....

La Cicchetta

Di certo amiamo odor di mare: la mareggiata l'eco dello sciacquio tra gli scogli e l'acciottolare a riva.

Di certo amiamo vento salmastro: la libecciata con criniera d'alga stracquata, la reliquia d'un legno o della randa....

Di certo amiamo l'agave e il pino: la bordeggiata, la corsa in rada altrui a faccia aperta da veri uomini d'azzardo.

Il nostro popolo non fa mai scagnìo se i marosi spazzan la coperta; d'impeto padrone d'orizzonti conosce i fondi e la rotta del buon Dio.

Diceva mio Padre, che non siamo gente.

LA BARANTANA

LA MIODINA

La Millemusi

La Cicchetta

 

 

 

 

BELFAGOR non solo a Parigi.

Tra i vari misteri che rendono Parigi sempre Parigi, c’è quello di un fantasma, Belfagor che avrebbe abitato al Louvre. Chi non ricorda Belfagor? Ora questo fantasma è ad Albisola e si è incarnato in una donna che abiterebbe in questa città aggirandosi tra negozi, spiagge e vie di Albisola Capo . L’inquietante presenza sembra far capo a una delle più vecchie spiagge, ad uno stabilimento balneare molto antico, forse uno dei primi nati in questa città. Per mantenersi in vita deve assumere una dose giornaliera di sole che durante il periodo invernale assorbe artificialmente, mentre da aprile a settembre, si abbronza stando su un lettino in riva al mare, dalle nove alle sei della sera. La gente del posto teme che qualche giorno da quel lettino non si alzi più. La sua pelle scura e incartapecorita dai raggi solari è molto sottile e basta un piccolo urto per farla sanguinare. Chi sarà mai questa donna? Ma la si può ancora vedere? Il mistero su Belfagor sembra non essere più un mistero, la gente fa finta di niente, ma lei continua la sua vita tranquilla perché sa che nessuno sospetta di lei. Passeggiando durante l’estate sulle spiagge potreste individuare un lettino  proprio in riva al mare con una donna immobile: è lei, è Belfagor.

 

La leggenda del Bricco Spaccato


Nel paese delle streghe


La caccia alle streghe

 

Storia di fantasmi

un racconto inviato da Barbara Stangalini

 

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