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LE STREGHE DI ALBISOLA |
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In Italia, il luogo più celebre è Benevento, le cui vicende sono legate a un antico culto degli alberi.
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La cerimonia iniziò a mezzanotte. Le streghe intonarono sconosciute melodie; compirono strani sortilegi, innalzarono le loro voci e accompagnarono le invocazioni con gesti violenti. La sorte di molti esseri umani era legata al volere degli spiriti, alle forze occulte del bene e del male. Rituali di questo tipo, frequenti nelle comunità primitive, non sono del tutto sconosciuti al mondo civile. Al contrario, nell'era della scienza, le streghe conservano la loro autorità e attualità. Esistono in tutti i paesi considerati civili pratiche di magia bianca e nera e vi aderiscono persone di ogni ceto sociale. Le streghe di Albisola nacquero tanto tempo fa erano cinque ma solo una era molto potente, la loro magia comunque si limitava a piccoli sortilegi per far innamorare qualcuno o recare qualche piccolo danno. Nelle notti di luna piena vicino alla Villa Gavotti, la piazzetta delle streghe si animava con danze e riti. Tra fuochi e fumi, le streghe danzavano intorno a cerchi infuocati pronunciando formule magiche e gettando nel fuoco foglie e oggetti strani; tutto questo per aiutare una di loro, che innamorata perdutamente del marchese non riusciva più a vivere senza di lui, il loro potere però non era sufficientemente forte e dopo tanti tentativi dovettero arrendersi e la strega innamorata presa dall'ira scappò rifugiandosi sulla montagna. La sua rabbia fu talmente grande che ne scaturì un terremoto, che spaccò in due la roccia. E fu così che si formò il "Bricco Spaccato". Il primo trattato che contribuì alla diffusione del concetto cumulativo di stregoneria nel senso di considerarla sia satanismo sia preparazione di malefici fu il Malleus maleficarum, pubblicato per la prima volta nel 1486 ad opera di due inquisitori domenicani, Heinrich Kramer e Jacob Sprenger. Il Papa Innocenzo VIII lanciò contro la stregoneria la bolla del 1484 e inviò in missione per tutta la Germania e due autori del Malleus. Le poesie dedicate alle streghe di Albisola La Barrantana Il maltempo digrigna i denti, la prima ora delle notti insonni e le ore successive. Sino a tardi io sto a contare uno sull'altro i miei sentimenti, sino alla noia sto ad ascoltare eterne favole sempre nuove. La leggenda della Barrantana coi capelli a biscia e i seni di lana. Quando fa brutto, in Liguria, è tanto bello che al saccheggio si concedono le navi coi boccaporti spalancati a afrosi e i veicoli vanno in calore, e le donne in burrasca d'amore con le sottane alzate da scirocco........... |
La Miodina Corre la grida per le contrade O Gigin o Gigiò o belle donne datene un pò dateci legna per il falò. La Miodina è un fantoccio di stoppa coi capelli rosso carota. E' spilungona magra e zoppa peccatrice ma bonacciona. Nulla di fosco come strega non spaventa neanche i bambini e sbertucciata, in camicia da notte ogni anno viene data alle fiamme sul rogo che fanno i monelli........... La Vecchietta Veste la donna e mai s'è saputo se malafemmina o maschio cornuto! Alle ragazze offre il suo fuso ai giovanotti porge la rocca: magici arnesi dello scongiuro, guai all'incauto che non li tocca. La Vecchietta ha le notti contate ma rode l'anima sino all'albore. da sant'Antonio alle Ceneri camuffata tra le maschere. Sopra, bello lindo e liscio ...tocca il fuso...e disotto lercio e viscio! ...... La Millemusi Purché il pino dell'allegria piantino a un palmo dal mio buco di tutto e di tutti me ne passo...e avvenga quel che sia! La Millemusi segue corrente e non canta tre volte da gallo la sua tana è sul bricco-spaccato e di sterpo vile la sua gente. Felina e sorniona come una gatta ha il mantello di bambagia corre le strade del mondo randagia e in ogni angolo s'acquatta..... La Cicchetta Di certo amiamo odor di mare: la mareggiata l'eco dello sciacquio tra gli scogli e l'acciottolare a riva. Di certo amiamo vento salmastro: la libecciata con criniera d'alga stracquata, la reliquia d'un legno o della randa.... Di certo amiamo l'agave e il pino: la bordeggiata, la corsa in rada altrui a faccia aperta da veri uomini d'azzardo. Il nostro popolo non fa mai scagnìo se i marosi spazzan la coperta; d'impeto padrone d'orizzonti conosce i fondi e la rotta del buon Dio. Diceva mio Padre, che non siamo gente. |
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La
leggenda del Bricco Spaccato
Vi
è nei pressi di Albisola una montagna detta « Bricco Spaccato »,
per la voragine che la caratterizza e che ha dato origine a numerose
leggende. Una è quella delle « fiammelle amorose » che una volta
all'anno, la notte del 2 novembre, vengono ad incontrarsi su quel
monte. |
Infatti
la giovane, una volta così gaia, si consuma ora nella solitudine e,
morta la madre, scompare dal villaggio. (Guido Ferraro - Leggende e racconti popolari in Liguria). |
Nel paese delle streghe
Da Taggia (paesino in Provincia di Imperia) si va su per la valle Argentina e, superata Badalucco, si arriva a Triora, conosciuto come il paese delle streghe. Nel 1588 si svolse un famoso processo; oggi si può visitare il curioso Museo delle Streghe. |
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La caccia alle streghe
La caccia alle streghe iniziò nel '400, si intensificò nella seconda metà del '500 e declinò a partire dalla fine del '600. Ebbe significative specificità regionali tanto che ogni singolo episodio meriterebbe una discussione propria. Si verificarono piccole e grandi cacce, intendendo per queste ultime quelle che provocarono da 10 a 100 e più vittime. La maggior parte delle condanne per stregoneria fu la conseguenza di processi condotti in modo legale. Le autorità avversarono sempre, per quel che ci è dato sapere, ogni forma di giustizia sommaria. I processi alle streghe riflettono le innovazioni giuridiche introdotte tra il XIII° e il XIV° secolo, quali per esempio l'uso della tortura. Prima del 1200, un'azione penale si articolava in due fasi: l'accusa formulata sotto giuramento da un soggetto privato e la condanna o l'assoluzione da parte del giudice in base all'ammissione della colpa da parte dell'accusato o di prove convincenti fornite dall'accusatore. In casi dubbi si ricorreva all'ordalia, cioè la richiesta a Dio di un segno della colpevolezza o dell'innocenza dell'accusato. Un'altra modalità per risolvere le questioni dubbie era quella del duello tra accusato e accusatore. |
Dopo il Concilio del 1215, per una serie di motivi, la Chiesa proibì agli ecclesiastici di partecipare alle ordalie. I processi cominciarono allora a basarsi sul sistema inquisitorio, secondo il quale i membri di una comunità o un magistrato potevano citare in giudizio una persona sulla base di informazioni o di voci. I giudici assunsero il compito di investigare i fatti, procedendo agli interrogatori e documentandoli per iscritto. Mentre con l'ordalia si richiedeva l'intervento divino, con il metodo inquisitorio era necessaria l'acquisizione di prove decisive. Tali prove erano la testimonianza di almeno due testimoni o la confessione dell'imputato. Appare allora chiaro come, in assenza di testimonianze decisive come spesso accadeva in merito a crimini occulti quali stregoneria ed eresia, i giudici dovessero basarsi sulla confessione e ricorressero alla tortura per estorcerla. |
Storia di fantasmi
un racconto inviato da Barbara Stangalini
"E' un mistero risalente al 1800: Una famiglia di turisti approdò ad Albisola e come noi tutti abbiamo fatto ai nostri tempi e forse facciamo tuttora, andò alla scoperta di carruggi, vicoli e parti nascoste che rivelano la loro bellezza; anche verso Superiore, ove pochi si recano, c'era e c' e' tanto verde e natura tra le colline, oltre la bella chiesa di San Nicolo'. Fu durante una di queste giornate che i turisti fecero un incontro strano. Si trovavano sul ciglio di una strada un pò dissestata e davanti a loro, dall'altra parte, notarono due persone ferme che li guardavano. Loro li salutarono rispettosamente ma senza ottenere risposta, domandarono allora se avessero bisogno qualcosa, magari un passaggio in auto visto che avevano un aria sperduta, ma i due non proferirono parola. Li guardarono, attraversarono la strada e si incamminarono lentamente verso le mura di una costruzione, si voltarono a guardare ancora un momento quindi avanzarono e sparirono entrando dritti attraverso quel muro. La famiglia tornò in paese spaventata chiedendo a destra e a manca cosa fossero quelle mura...finché seppero che si trattava di un vecchio cimitero. Le descrizioni dei due individui corrispondevano a quelli gia visti da altra gente proprio nello stesso posto....solo che erano deceduti parecchi anni prima in un probabile incidente d'auto,,,,e la gente li videro ancora di tanto in tanto attraversare quel muro." |
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