Il nostro Oratorio,
chiamato impropriamente Oratorio di San Nicolò, è dedicato a S. Maria
Maggiore, ma pochi lo sanno, in più, per molti, è l'Oratorio di N. S.
della Neve. Una confusione notevole per una grande e bellissima
struttura che, dal 1612, come ben si legge nella facciata, è sede della
Confraternita che, sino al 1820, era chiamata "Confraternita di San
Nicolò". Da questa data è stata aggiunta come Compatrona della
Confraternita Nostra Signora della Neve.
Come è nato questo nome?
Nella tradizione cristiana si narra che un nobile romano di nome
Giovanni e sua moglie, non avendo prole, volessero costruire una grande
Chiesa in onore della Madonna, ma, come è normale oggi quando a prendere
una decisione sono più persone, anche allora non si riusciva a trovare
un accordo sul luogo dove costruirla. Nella notte tra il 4 e il 5
Agosto, in sogno, la Vergine Maria lo informò che un miracolo avrebbe
indicato il luogo preciso dove edificarla. Lo stesso sogno fu fatto da
papa Liberio che, recatosi sull'Esquilino nelle primissime ore del
mattino, lo trovò coperto di neve. Era chiaro che il posto fosse quello
e lo stesso Papa ne tracciò il perimetro. La Chiesa fu costruita a spese
dei coniugi. Dapprima fu chiamata "S. Maria Liberiana" ma il popolo la
chiamava "S. Maria ad nives". Nel 431 il Concilio di Efeso sancì il
dogma della Divina Maternità della Madonna.
L'anno successivo Papa Sisto III stabilì di ampliarla e di chiamarla
"Santa Maria Maggiore", essendo la prima Chiesa al mondo dedicata alla
Madonna. Il popolo continuò a chiamarla "Nostra Signora della Neve" E'
tuttora una delle quattro Basiliche di Roma con la Porta Santa che un
Cardinale Arciprete apre e chiude, solennemente, durante gli Anni Santi.
Dopo queste storiche curiosità entriamo nel vivo dei problemi di oggi.
Da molti anni sognavamo il restauro della facciata dell'Oratorio, ma le
difficoltà economiche ne impedivano la realizzazione. Il sogno era molto
bello ma non adeguato alle nostre possibilità, tanto che un responsabile
diocesano, addentro a questi problemi, in seguito alle nostre istanze,
ebbe a dirci: "Non è mica il restauro di un quadro".
Chiaro e significativo, da scoraggiare.
I sogni si sa, normalmente sono molto belli ma anche difficili, qualche
volta difficilissimi da realizzare. Però sognare si può, anzi si deve,
oltretutto chi sogna è ancora giovane. E noi continuammo a sperare.
Intanto dirottammo il nostro impegno verso altri obiettivi. Si scelse di
incominciare a restaurare le Mazze processionali, ben sette: due in
argento, quattro in legno dorato, una particolare della Compagnia del
SS. Sacramento del 1600; poi furono restaurati i quattro grandi lampioni
barocchi. Piano, piano prendevamo coraggio e restaurammo la lesena di
sinistra del Presbiterio gravemente deteriorata dall'acqua caduta dal
tetto almeno trent'anni prima e contemporaneamente l'indoratura completa
di un capitello e di alcuni tratti del cornicione. Con il contributo
della Fondazione della Cassa di Risparmio di Savona restaurammo la Cassa
di San Nicolò del Maragliano, la Compagnia di Sant'Isidoro restaurò la
Cassa del loro protettore che il Brilla realizzò nel 1881. A questo
punto era indispensabile proteggere le due Casse. Furono costruite due
teche in legno pregiato con carrelli e meccanismi tecnicamente avanzati.
Avevamo anche due Stendardi antichi che dovevano essere protetti; furono
costruite due bacheche, sempre in legno pregiato, che si aprono a libro
e permettono di ammirare i bei ricami da entrambe le parti. Mancava una
illuminazione moderna ed efficiente e fu realizzata. Contemporaneamente
installammo l'antifurto a protezione della struttura. Tra un lavoro e
l'altro abbiamo fatto restaurare l'immagine del Crocifisso dei Bianchi e
rinnovato i due grandi crocifissi, orgoglio della Confraternita. Ma la
facciata era sempre in attesa di tempi migliori.
Finalmente, prima che finisse l'anno di grazia 2003, la Compagnia di San
Paolo di Torino, sempre attenta e sensibile per contribuire a risolvere
anche questi problemi, ha emesso un Bando per il restauro di Edifici di
Culto Liguri e Piemontesi. Ci siamo immediatamente attivati. Abbiamo
trovato la disponibilità di una Architetto che ha capito la nostra
situazione e con noi ha cominciato a sperare. Ha preparato una
documentazione bellissima: disegni, fotografie, relazioni,
complessivamente un voluminoso fardello che abbiamo spedito a Torino
come da istruzioni nel Bando. E' trascorso tanto tempo senza ricevere
notizie, poi verso la fine dell'anno 2004 una notizia interlocutoria: il
progetto è stato considerato meritevole, come degno di attenzione è
l'edificio ma attualmente i soldi a suo tempo stanziati erano finiti;
era prevista una integrazione. E noi continuammo a sperare e questa
volta a pregare più intensamente. La realizzazione ci sembrava
possibile. Dopo quasi tre mesi la bella notizia ci è giunta, prima
ancora che ufficialmente dai giornali e da Internet. I progetti
presentati furono 280. Per la Liguria ne sono stati scelti quattordici.
Tra questi una sola Confraternita: la nostra. Entusiasmo alle stelle.
Finalmente! La Compagnia di San Paolo ci ha comunicato la somma messa a
nostra disposizione: ben 64.750.00 EURO, il 50% della spesa presunta,
secondo i calcoli dell'Architetto. Ora c'erano da trovare altrettanti
soldi. Dopo varie riunioni abbiamo sottoscritto l'impegno verso la
Compagnia che l'opera sarebbe stata senz'altro realizzata e avremmo
eseguito i lavori come da progetto. Ovviamente non era finita, anzi si
cominciava ed eravamo anche coscienti che non era un gioco. I sogni
erano finiti, avevamo a che fare con la realtà.
Le difficoltà sono state tante, con momenti anche difficili. Mai ci
siamo scoraggiati, mai abbiamo perduto l'iniziale ottimismo.
Abbiamo attivato una campagna "pro Oratorio", purtroppo in concomitanza
con il rifacimento dei tetti della Chiesa. Tutti i gruppi attivi in
Parrocchia hanno collaborato per realizzare quanto da noi programmato,
ognuno secondo le proprie forze e capacità. Un momento particolarmente
significativo è stata la cena offerta dalla Compagnia di Sant'Isidoro
con la collaborazione di altri gruppi parrocchiali: i partecipanti sono
stati ben 252!
Complessivamente il risultato è confortante e, essendoci ancora tempo,
siamo fiduciosi di ricevere altre offerte.
Il nostro Oratorio non è solo un immobile per i frequentatori delle
funzioni religiose ma una prestigiosa struttura, bella e ricca di opere
d'arte ben conservate, della quale la collettività Albisolese deve
sentirsi orgogliosa. A noi è giunta in eredità, ma sentiamo forte il
dovere di mantenerla in ottime condizioni.
La facciata del nostro Oratorio è una facciata impegnativa, non è liscia
ma articolata: due colonne, un bassorilievo del Brilla di pregevole
fattura che sovrasta il portone dentro una sontuosa cornice, una scritta
in caratteri solenni, una bellissima aquila con le ali aperte sormontata
da una croce in marmo, una finestra a mo' di rosone, quattro capitelli
su altrettante lesene, due pregevoli vasi in terracotta, un solenne
portone.
Abbiamo interpellato diverse Imprese edili prima di trovare quella
giusta. L'Impresa Sanseverino ha, meglio di altre, considerata la nostra
situazione e, fiduciosa, ha accettato di iniziare i lavori. I giorni
scorrevano veloci, i lavori per tanti motivi no. Molti problemi e
problemini hanno ritardato il giorno della definitiva consegna. Oggi
abbiamo la facciata completamente restaurata. Forse è più bella di
quando è nata.
Rimanevano le due rampe d'accesso che dalla piazza della Chiesa salgono
all'Oratorio. Specialmente la seconda, quella più lunga, era in pessime
condizioni, rattoppata con vaste chiazze di cemento e di asfalto. Col
benestare della Sovrintendenza alle belle Arti di Genova è stata
sistemata. Il tracciato è bello, caratteristico tra pietre e mattoni.
Rimaneva da migliorare il muro di sinistra guardando l'Oratorio, era
grezzo e presentava male; oggi è decorato e nei tre finti archi sono
stati sistemati altrettanti grandi quadri in piastrelle di ceramica.
Quello raffigurante San Nicolò è stato donato dal Can. Don Luigi
Ghigliazza, Prevosto Emerito della nostra Parrocchia dove ha operato per
ben ventisei anni; quello che presenta Nostra Signora della Neve è stato
offerto dal pittore Salem, sempre sensibile e disponibile; quello
centrale col nostro grande crocifisso dei Bianchi è dono di Barbara
Arto, pittrice e ceramista, figlia di Paolino, nostro "vecchio "
cristante . Alla base del muro sono state costruite delle grandi aiuole.
Il verde ed i fiori, portando un tocco di allegria, completano l'opera.
Ora il complesso è veramente maestoso, merita una visita e di essere
conosciuto oltre i confini della nostra Parrocchia.
Un grazie vivo e sentito alla Compagnia di San Paolo di Torino che ci ha
data l'opportunità di realizzare un'opera che sognavamo da tanti anni e
che sembrava irraggiungibile. Finalmente il buio è terminato ed il sogno
concretizzato.
La facciata irradiata di sole rispecchia la nostra gioia.
Un doveroso e sincero ringraziamento ai molti parrocchiani che hanno
sentito il piacere di partecipare alle forti spese che sono state
sostenute, all'impresa appaltatrice, agli operai e ai Professionisti
che, con zelo, pazienza e passione hanno concretizzato l'opera.
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